Il più prestigioso concorso di fotogiornalismo al mondo, fondato ad Amsterdam nel 1955, approda nuovamente a SpazioReale per l’unica tappa nella Svizzera Italiana. Fra gli scatti in esposizione, frutto dell’opera dei 44 fotografi finalisti, spicca Battling the Marsh Fire di Noah Berger, vincitrice del secondo premio nella categoria Ambiente: i pompieri lottano contro le fiamme del Marsh Complex Fire, il disastroso incendio che nell’agosto del 2019 ha raso al suolo più di 300 ettari di campi nella Contea di Contra Costa, California.
World press
photo exhibition 2020
Il meglio del fotogiornalismo internazionale
28.08 – 04.10 | 2020
ORARI
lunedì- mercoledì: 14.00-18.00
giovedì: 14.00-19.00
sabato, domenica e festivi: 10.00-18.00
ENTRATA
CHF 10.-
dai 6 ai 16 anni, studenti, AVS, AI
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Flyer della mostra
La foto dell’anno
La giuria indipendente del Concorso fotografico 2020 ha premiato l’immagine Straight Voice del fotografo giapponese Yasuyoshi Chiba come World Press Photo of the Year. Nell’immagine si vede un giovane uomo, illuminato dai telefoni cellulari, che recita poesie di protesta mentre i manifestanti scandiscono slogan che chiedono un governo civile, durante un blackout a Khartoum, in Sudan, il 19 giugno 2019.
Yasuyoshi Chiba, vincitore del World Press Photo of the Year, ha dichiarato: “Il luogo era un blackout totale. Poi, inaspettatamente, la gente ha iniziato a battere le mani nel buio. La gente ha alzato i telefoni cellulari per illuminare un giovane al centro. Ha recitato una famosa poesia di protesta, improvvisata. Tra un respiro e l’altro, tutti gridavano “thawra”, la parola rivoluzione in arabo. La sua espressione facciale e la sua voce mi hanno colpito, non ho potuto smettere di concentrarmi su di lui e ho catturato il momento”.
Straight Voice © Yasuyoshi Chiba
La foto dell’anno
La giuria indipendente del Concorso fotografico 2020 ha premiato l’immagine Straight Voice del fotografo giapponese Yasuyoshi Chiba come World Press Photo of the Year. Nell’immagine si vede un giovane uomo, illuminato dai telefoni cellulari, che recita poesie di protesta mentre i manifestanti scandiscono slogan che chiedono un governo civile, durante un blackout a Khartoum, in Sudan, il 19 giugno 2019.
Yasuyoshi Chiba, vincitore del World Press Photo of the Year, ha dichiarato: “Il luogo era un blackout totale. Poi, inaspettatamente, la gente ha iniziato a battere le mani nel buio. La gente ha alzato i telefoni cellulari per illuminare un giovane al centro. Ha recitato una famosa poesia di protesta, improvvisata. Tra un respiro e l’altro, tutti gridavano “thawra”, la parola rivoluzione in arabo. La sua espressione facciale e la sua voce mi hanno colpito, non ho potuto smettere di concentrarmi su di lui e ho catturato il momento”.
La storia dell’anno
Kho, la genesi di una rivolta (la parola significa “fratello” in arabo colloquiale nordafricano) è la storia del profondo disagio dei giovani che, osando sfidare l’autorità, hanno ispirato il resto della popolazione a unirsi alla loro azione, dando vita al più grande movimento di protesta in Algeria degli ultimi decenni.
Romain Laurendeau, vincitore del World Press Photo Story of the Year, ha dichiarato: “È stato impossibile per una parte di me non riconoscermi in questi giovani. Sono giovani ma sono stanchi di questa situazione e vogliono solo vivere come tutti gli altri.
Kho © Romain Laurendau
EventiReali
“Polar Bear and her Cub”, Esther Horvath, for The New York Times
DIVERSITÀ E GIORNALISMO COSTRUITTIVO
LUOGO
Antico Convento delle Agostiniane
El Sementéri 2, Monte Carasso, Svizzera
Conferenza di Samira Damato, curatrice presso la World Press Photo Foundation.
Chi sono i professionisti che operano nel fotogiornalismo? Come possiamo contribuire a rendere questo settore più diversificato e inclusivo? E come può un’industria diversificata alimentare la produzione di narrazioni altrettanto diversificate? La discussione verterà sul giornalismo costruttivo, un approccio rigoroso alla pratica del giornalismo, che mira a porre l’attenzione su notizie positive e volte alla ricerca di ‘soluzioni’, invece di ruotare unicamente attorno a storie negative e basate sul conflitto.
I’m not a witch
PORTE APERTE SUL CINEMA DAL MONDO
LUOGO
Antico Convento delle Agostiniane
El Sementéri 2, Monte Carasso, Svizzera
La sezione Open Doors del Locarno Film Festival, in collaborazione con la Città di Bellinzona e SpazioReale, presenta una serata dedicata al dialogo fra cinema e fotogiornalismo: protagonista sarà I am not a witch, una pellicola della regista zambiana Rungano Nyoni.
Dalle 18:00: ingresso gratuito alla World Press Photo Exhibition 2020, segue risottata
dalle 20:30: proiezione di I Am Not a Witch (2017) di Rungano Nyoni, 93 min., lingua originale con sottotitoli francesi.
Con un’introduzione di Daniela Persico e Sarah Schiesser del Locarno Film Festival.
La proiezione si terrà nella corte del Convento, in caso di pioggia verrà spostata nel Salone.